La definizione di oggettivazione sessuale



L'oggettivazione è un processo che si verifica quando una persona considera e/o tratta un'altra persona alla stregua di un oggetto.
L'oggettivazione sessuale può essere intesa come un aspetto specifico di un fenomeno più ampio.
Il filosofo tedesco Immanuel Kant è stato il primo studioso ad utilizzare l'espressione oggettivazione sessuale nel suo testo del 1785 “Fondazione della metafisica dei costumi”.
Secondo Kant l'oggettivazione sessuale ha luogo quando una persona non viene considerata come un fine in se ma come un mezzo finalizzato al soddisfacimento del piacere sessuale altrui.
L'oggettivazione sessuale determina lo svilimento e la negazione dell'umanità della persona oggettivata.
Il passaggio di una persona da soggetto a oggetto causa conseguentemente la perdita della sua dignità e del riconoscimento della propria autonomia e soggettività.


Sono state elaborate diverse teorie al fine di spiegare e comprendere il fenomeno dell'oggettivazione sessuale.
Uno dei contributi più rilevanti in merito alla definizione di oggettivazione sessuale è stato proposto dalla filosofa americana Sandra Bartky nel testo “Femininity and domination studies in the phenomenology of oppression” del 1990.
Secondo Bartky l'oggettivazione sessuale avviene quando le parti sessuali del corpo o le sue funzioni sessuali vengono separate in modo artificiale dal resto della persona, ridotte ad uno strumento e in grado di rappresentare un individuo nella sua interezza.

La filosofa statunitense Martha Nussbaum ha proposto una sistematizzazione del concetto di oggettivazione sessuale che individua sette distinte dimensioni:
- la strumentalità: una persona viene percepita come uno strumento utile al raggiungimento dei propri fini;
- la negazione dell'autonomia: il soggetto viene trattato come se non avesse autonomia e capacità di autodeterminazione;
- l'inerzia: chi oggettiva si rapporta all'altro come se fosse privo di agentività;
- la fungibilità: l'individuo viene visto come se fosse interscambiabile con gli oggetti dello stesso tipo o con altri oggetti;
- la violabilità: la persona viene percepita come se fosse priva di integrità e fosse qualcosa che può essere fatto a pezzi;
- la proprietà: il soggetto oggettivato viene trattato come se fosse una proprietà e fosse possibile acquistarlo o venderlo;
- la negazione della soggettività: l'individuo viene considerato come se fosse privo di sentimenti ed esperienze proprie.
La prerogativa che maggiormente distingue una persona da un oggetto è l'autonomia.
Negando l'autonomia vengono negate conseguentemente anche le altre dimensioni individuate da Martha Nussbaum.
Secondo la studiosa la dimensione più problematica tra quelle evidenziate è la strumentalità.
La strumentalità infatti è la negazione di un aspetto fondamentale dell'umanità; ovvero l'essere un fine di per se e non un mezzo.

Rae Langton è una filosofa indiana che ha contribuito a sviluppare la sistematizzazione dell'oggettivazione sessuale elaborata da Martha Nussbaum.
Langton integra le sette dimensioni individuate dalla filosofa americana con altre tre componenti: la riduzione al corpo, la riduzione all'aspetto e il silenziamento.
La riduzione al corpo determina lo sminuire di una persona nel complesso al suo corpo o a delle parti di esso, identificandola con questi.
Nella riduzione all'aspetto la considerazione di un soggetto dipende principalmente da come appare.
Con il silenziamento la persona oggettivata viene percepita come silente e incapace di parlare.
La capacità di parlare è distintiva delle persone, trattare un individuo come se non fosse in grado di esprimersi significa negare la sua umanità.

La filosofa greca Evangelia Papadaki ha evidenziato due aspetti inerenti al modo in cui l'oggettivazione sessuale può manifestarsi: l'intenzionalità e la non intenzionalità.
L'oggettivazione intenzionale si verifica quando chi oggettiva presenta l'intenzione di negare l'umanità della persona oggettivata e la attua in modo deliberato.
L'oggettivazione non intenzionale ha luogo nel caso in cui la persona che oggettiva non ha l'intenzione di negare l'umanità di chi viene oggettivato.
L'apporto offerto da Papadaki in merito alla dinamica con cui si svolge l'oggettivazione sessuale è interessante perché a differenza degli autori citati in precedenza, che ritengono che il processo di oggettivazione sia sempre intenzionale, indica che tale processo può accadere anche in modo non intenzionale.
L'oggettivazione non intenzionale è molto più frequente di quanto si possa pensare ed è anche più insidiosa perché meno evidente.


Per la foto si ringrazia: Tammy Manet.

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