.
In seguito allo sviluppo dei nuovi media sono state elaborate nuove tecniche di marketing più sofisticate ed innovative che riescono non solo a veicolare il messaggio pubblicitario in modo efficace ma anche ad interagire con il consumatore e a registrarne e ad analizzarne le scelte ed i consumi.
Alle tecniche di marketing tradizionali, come la ripetizione, la attention-getting production features, l’animazione, i premiums, i branded characters, il celebrity endorsement, il product placement, le integrated marketing strategies ed il video news realises si sono aggiunte negli ultimi anni: il viral marketing, l’advergames, il tracking software e spyware e gli online interactive agents.
Le tecniche di marketing utilizzate nell’ambito dei nuovi media consistono in:
• Viral marketing: concerne il buzz riguardo ad un prodotto, servizio o evento e viene diffuso, come mostra l'immagine in alto a destra, nelle forme più varie e fantasiose, in modo estremamente veloce e grazie al passaparola.
Il nome deriva dalla tendenza all’utilizzo di una figura che veicola e diffonde il messaggio pubblicitario velocemente in modo analogo a quanto accade con il contagio virale;
• Advergames: si tratta di videogiochi interattivi realizzati al fine di veicolare dei messaggi pubblicitari.
La loro peculiarità rispetto ad altre tecniche di marketing è il passaggio da parte dell’utente dalla condizione di spettatore passivo a quella di soggetto attivo in quanto interagisce con il sito e le sue features durante il gioco.
Questo è estremamente importante poiché riesce a coniugare il mantenimento di elevati livelli attentivi con la fruizione del messaggio pubblicitario aumentandone così l’efficacia in modo esponenziale;
• Tracking software e spyware: consistono in software che permettono di raccogliere dati inerenti alle modalità di navigazione ed ai tempi di permanenza degli utenti all’interno di un sito.
I tracking software e spyware più conosciuti sono i cookies.
I cookies sono dei files che vengono installati dal sito visitato all’interno del computer degli utenti e vengono nuovamente raccolti ed aggiornati ad ogni accesso al sito.
Ciò ha lo scopo non solo di tracciare la navigazione dell'utenza ma anche di testare l’efficacia delle strategie di marketing adottate e di monitorare le preferenze su prodotti ed aree del sito;
• Online interactive agents: rappresenta una forma virtuale di pubblicità nascosta.
Tali “agenti” sono dei robot o dei bot che vengono programmati per dialogare con gli utenti e rispondere ai navigatori che iniziano una conversazione con loro.
Questa tecnica di marketing è finalizzata al mantenimento e all’incremento dell’interesse verso il sito e gli articoli che promuove ed in modo particolare all’accrescimento della brand loyalty.
Bibliografia:
Calvert S. L., (2008), Children as consumers: Advertising and marketing, in “Future of Children”, v. 18, n. 1.
Per la foto si ringrazia: Robyn Gallagher.
Psicologia del marketing: Le tecniche di marketing nei nuovi media
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Pubblicità nascoste, siti che registrano i nostri movimenti: senza dubbio c'è un allarme privacy ma da quello che vedo nessuno se ne avvede o mostra il minimo interesse!!! Anzi fanno a gara per partecipare ai vari reality show e mostrarsi è diventata una nuova "moda" tanto quanto quella D essere spiati... Lo facessero per i nostri interessi come dicono sarebbe grave! Ma lo fanno per i loro interessi ed è ancora mooooolto più grave! Alcuni motori D ricerca trattengono ingiustificatamente dati sensibili come il vostro inditrizzo IP, associati alle ricerche effettuate, all'orario e al giorno in cui sono state lanciate! Mah...
Ciao Steven World Now e benvenuto nel blog.
Concordo con il tuo punto di vista; ci dovrebbero essere sicuramente maggiore attenzione ed interesse da parte degli utenti per quanto concerne la raccolta e l’utilizzo di dati sensibili ed informazioni da parte dei siti in cui navigano.
Questo non solo per quanto riguarda i dati raccolti in modo più o meno lecito ma anche e soprattutto per quei dati che vengono volontariamente forniti da parte dei navigatori; un esempio tra tutti può essere costituito da Facebook.
Come giustamente dicevi nel tuo commento è oramai diventata una moda fornire quanti più dati sensibili possibili e, come se non bastasse, foto e video a profusione.
Ma oggettivamente questa è responsabilità di chi fornisce queste informazioni non riflettendo sull’uso che in seguito terzi potrebbero farne.
Altro punto interessante è l’uso che viene fatto di queste informazioni.
Nell’articolo ho voluto presentare questo aspetto in modo neutrale senza definirlo come corretto o scorretto; infatti a mio parere è proprio in questo modo che deve essere analizzato il fenomeno: in modo oggettivo e neutrale.
Tale raccolta di dati non è negativa o positiva di per se ma dipende da una serie di fattori; in primis l’utilizzo che si fa di queste informazioni, il quantitativo di dati che vengono raccolti, il lasso di tempo per cui vengono immagazzinati ed utilizzati e via dicendo.
Questi dati vengono infatti raccolti ed utilizzati per molteplici scopi; non solo per carpire informazioni sull’utenza, e servirsene per vari fini, ma anche ad esempio per agevolarne la navigazione, oppure per fornire delle indicazioni mirate ed utili in un tempo più celere, o ancora proponendo dei contenuti che potrebbero interessare i navigatori maggiormente rispetto ad altri, eccetera.
Quindi tutto dipende dalle finalità e dalle prerogative di questa raccolta di dati: l’importante è essere consapevoli che questa venga effettuata e secondo quali modalità.
A questo punto sta a noi interessarci dell’uso che ne viene fatto e soprattutto a chi di competenza vigilare su chi raccoglie queste informazioni e fare in modo che vengano utilizzate con criterio, ed etica, al fine di non danneggiare gli utenti ma anzi di offrirgli un servizio migliore.